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Imprenditore: perché è il momento di investire (anche se sembra un paradosso)

In questo articolo vorremmo parlare a cuore aperto all’imprenditore. Perché siamo sicuri che almeno una buona parte di questi sta affrontando un momento difficile, forse il momento peggiore della storia dal punto di vista degli affari: un momento fatto di incertezze, timori, di “meno” davanti ai fatturati se paragonati a quelli del recente passato.
Insomma, l’intento di questo articolo non è ammaliarvi con la retorica spicciola per cercare di spingervi ad investire, così per il puro gusto di farlo o magari per fare gli interessi di aziende come la nostra che forniscono servizi proprio ad imprenditori e titolari d’impresa (oltre che a professionisti). No, è l’ultima cosa di cui avete bisogno in questo momento. Voi imprenditori, infatti, non avete bisogno di SERVIZI asettici ma di CONSIGLIERI. Ed ecco perché giunge in aiuto questo articolo. Il titolo del pezzo? Sì, può sembrare volutamente provocatorio, ma vi assicuriamo che non lo è affatto. Anzi lo ribadiamo: oggi è il momento migliore per investire, nonostante il momento, nonostante la pandemia, nonostante tutto. Sì, vi sembrerà una frase da pazzi da dire ad alta voce, figuratevi scritta qui su un blog (d’altronde, scripta manent…) ma ne siamo certi perché abbiamo fatto i compiti e siamo sicuri che dopo che avremo argomentato la nostra posizione la penserete come noi.

Iniziamo,
partendo da un presupposto fondamentale:

Il mondo imprenditoriale si divide in due tipologie di imprenditori:  quelli retrivi al cambiamento e quelli che invece il cambiamento lo cercano. Quelli che corrono dietro al vecchio mercato e chi si adatta al nuovo. Ecco, tra queste due tipologie di imprenditori non c’è un vincente o un perdente (uno può avere successo o l’altro meno) ma soltanto una differenza di punti di vista. Punti di vista con cui guardano il business, così come i rapporti economici e sociali che ci sono alla base. Solo che i primi sono dipendenti (a volte vittime) dei fattori esogeni. E con questo termine “esogeni” intendiamo tutti i fattori esterni, incontrollabili, che non dipendono dal lavoro di un imprenditore. I secondi no, recepiscono il cambiamento e si adattano (addirittura lo anticipano). I primi lottano contro l’evoluzione del loro scenario, sono promotori dello status quo (si sarebbe bellissimo ma nessuno, NESSUNO, può garantire che tutto rimanga sempre uguale, anzi, la storia ci insegna che tutto cambia e oggi tutto cambia in maniera tremendamente frenetica). I secondi, invece, giocano e investono nel “nuovo”, a volte rischiano, per adattarsi al nuovo ecosistema.

L’unica verità del business:

Ci sono dei fattori esogeni (esterni) che nessun imprenditore può controllare. Nessun essere umano può farlo, non ci sono motivazioni che tengano. Pensiamo alla pandemia da covid-19. Qualcuno poteva averne mai idea di quello che sarebbe accaduto (Bill Gates a parte)? È qualcosa di controllabile? NO!
Stessa cosa se pensiamo all’avvento di una nuova tecnologia, di un’invenzione, cosa che è accaduta di sovente negli ultimi decenni. Questi “fulmini economici” possono davvero cambiare le carte in tavola, sovvertire ogni ordine e gerarchia e tu non c’è niente che possa fare per parare il fulmine.
Esempio: Blockbuster e Nokia. Due delle aziende multinazionali più grandi del mondo. Sì, una volta. Ad oggi, la prima è fallita (tutto in 15 anni) alla seconda è rimasta un’esigua, azzarderemmo irrilevante, fetta di mercato se paragonata a quella dei marchi top. Questo perché è arrivata una nuova invenzione che ha sparigliato le carte: il lettore dvd e lo streaming per Blockbuster, lo smartphone per i Nokia. Invenzioni che hanno cambiato completamente lo scenario: i rapporti umani, i rapporti economici e, quindi, anche i consumi.

Ora quando un fattore esogeno incontrollabile entra in gioco e turba lo status quo dello scenario l’imprenditore può rispondere in due modi: abbracciare il cambiamento (anticipandolo, cogliendolo) oppure resistere allo stesso.
Solo che resistere non ha mai portato a niente di buono ma solo a vivacchiare e a disperdere energie, o magari a “rovinare” una vita che poteva essere serena invece di essere costellate da paure o pensieri negativi.
“Sì, ma c’è la crisi” quante volte abbiamo sentito questa frase. Ma le crisi non passano da sole e soprattutto non favoriscono chi rimane immobile.
Da notare che il significato di crisi, forzando un po’ la mano semantica, è “cambiamento”. E, infatti, da una crisi si genera sempre un cambiamento.

Come intercettare il cambiamento?

Per spiegartelo vogliamo partire da un caso eccezionale di questi mesi. Eccolo di seguito:

Il covid19, lo sappiamo, ha messo in ginocchi in particolari alcune categorie come ristoranti, bar, pasticcerie, palestre.
Ecco soffermiamoci sulle palestre. Come hanno reagito i proprietari di palestre alla pandemia? In tanti troppi (che non sono da biasimare, ma appunto sono vittime) sono stati costretti a chiudere, altri hanno dei costi fissi pendenti ogni mese e hanno depauperato quella piccola fortuna che avevano messo da parte nella speranza di tornare presto allo status quo. Lo scenario DI PRIMA. Altri ancora si lamentano e profondono le loro energie per ricevere dei legittimi aiuti governativi e vivacchiare fintanto che l’emergenza continua. Una piccolissima parte di questi, invece, ha annusato il cambiamento, ha intuito che “l’evento incontrollabile” si stava per abbattere e si è dato da fare cercando di partecipare al cambiamento e non subirlo passivamente.

E cosa hanno fatto?

Ha reinventato il proprio business sulla base del nuovo SCENARIO. Ovvero certi proprietari di palestra hanno capito che anche con le restrizioni permane l’esigenza di fitness del pubblico (anzi forse diventa più preminente) con quest’ultimo che, però, non può più recarsi materialmente in palestra. Compreso questo, questa sparuta fetta di imprenditori, si è rimboccata le maniche prevedendo un servizio fisso, in abbonamento, a pagamenti, di training a distanza con programmi e consulenze personalizzate.
Un settore inesistente in Italia prima della pandemia, come l’home gym, oggi, trova nuova vitalità e registra un giro di affari in nettissima crescita.

Quindi, in sintesi:

Alcuni imprenditori lungimiranti, “del cambiamento” oseremmo dire, hanno sfruttato il momento, adoperato le tecnologie migliori, si sono circondati di professionisti e consiglieri per fornire un servizio nuovo rispondendo a un desiderio inalterato del pubblico. Il centro del loro ragionamento non era il servizio palestra, da fornire a tutti i costi, ma il pubblico e come continuare ad essere importanti per loro. Ce l’hanno fatta.
Gli imprenditori del cambiamento sono come surfisti: ovvero, per quanto l’onda del cambiamento sia fragorosa e imponente, loro saranno sempre pronti a domarla, rimanendo così in equilibrio.

Inoltre, non dimenticare che sarai sì nel periodo peggiore della storia recente dal punto di vista commerciale, ma sei anche nel momento migliore dal punto di vista tecnologico. Se le risorse sono scarse, le restrizioni tante, in compenso, hai una grande quantità di strumenti che a costo quasi zero possono darti esposizione e possono riorganizzare il tuo business in un attimo. Quando parliamo di strumenti a tuo vantaggio di cosa parliamo? Di nuovi media (social media), software di comunicazione, di grafica che ti permettono di fare praticamente tutto a costa quasi zero.

E in più l’imprenditore di oggi ha un enorme vantaggio

Quale?

Che con queste tecnologie puoi fornire servizi a bassi costi marginali.
Prendendo sempre l’esempio delle palestre: se prima per accumulare abbonamenti dovevi pagare affitto, i macchinari della tua palestra, la loro manutenzione, acqua, luce, e tutti i costi fissi del mondo (che aumentavano all’aumentare degli abbonati), oggi, per fare coaching a distanza, tutti questi costi non esistono più. E non cambiano se hai 1, 10 o 1000 iscritti. Sfruttando le tecnologie e i software, insomma, puoi tutto. Ed è questa la grandissima fortuna che tutti non hanno ancora chiara.

Insomma, speriamo con questo articolo di averti fornito un nuovo punto di vista, di avervi fatto comprendere che il momento migliore per investire e per reinventarsi è proprio nel corso di un cambiamento di scenario importante come quello che stiamo vivendo.

E tu, imprenditore, ora cosa ne pensi? Abbiamo vinto la scommessa?